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“Ad un passo da te”, la nostra recita di Natale 2019

La recita di Natale 2019 è stata una tappa importante del nostro lavoro da molti punti di vista.

I bambini della scuola primaria sono riusciti, grazie ad un copione costruito secondo le loro personalità e possibilità, a farci dialogare con la nostra voce interiore e a darci molti spunti su cui riflettere questo Natale.

 

Andrea Franzoni, l’esperto di teatro che ha coordinato tutto il lavoro, ha alternato momenti scenicamente sorprendenti (un esempio le scrivanie che scorrevano sul palco) a dettagli lirici e profondi (come il monologo dell’avvocato Angaben rivolto a Dio). 

Ogni scena della vicenda “Ad un passo da te” aveva musiche e canti di riferimento, alcuni creati proprio per l’occasione, come la versione rap di “We will rock you” dei Queen.

Le classi della nostra scuola primaria hanno tutte partecipato a questo evento realizzando uno spettacolo magico, curato nei minimi particolari, con il delicato e piacevole compito di infondere nel nostro cuore la magia del Natale. E ci sono riusciti!

Foto 3

La trama di “Ad un passo da te”

Siamo a Milano, e tre avvocati di uno studio prestigiosi stanno già pensando alle vacanze. Durante la loro carriera si sono concentrati esclusivamente sul lato economico delle loro attività, privilegiando clienti ricchi e facoltosi.

Intanto, i tre angeli custodi degli avvocati si accorgono che la loro condotta mette a rischio la loro anima. Decidono di consultarsi con il Capo (Dio) per far ritrovare loro la retta via. Il Capo decide di mettere sul loro cammino tre “incontri” particolari, che dovrebbero far riflettere gli avvocati sul loro modo di affrontare la vita. 

L’avvocato Angaben è il primo a vivere l’esperienza voluta dal “Capo”: si trova a analizzare la situazione di operai ingiustamente licenziati.

Angaben, valuta il tutto e decide di non aiutarli: “Datemi retta, lasciate perdere, è meglio. Con permesso”.

In realtà sa che ci vorranno anni per venire a capo della causa e sa che non si tratta di clienti redditizi, che possono garantire entrate di denaro allo studio. 

Bertega, il secondo avvocato si ritrova in un carcere circondato da detenuti che commentano la vicenda di una ragazzina di tredici anni, accusata ingiustamente di furto e seguita proprio dal nostro personaggio. Anni prima l’avvocato Bertega aveva, infatti, trascurato una prova importante che avrebbe scagionato la ragazza. Dopo la condanna, abbandona subito la sua assistita, visto che i suoi genitori non avevano soldi per proseguire la sua battaglia legale.

Il terzo incontro voluto da Dio riguarda l’avvocato Betti. Un uomo immigrato chiede di essere assistito perché la questura, nonostante siano in regola e lavorino, non vuole rinnovare allo straniero e alla sua famiglia il permesso di soggiorno. Betti scansa il problema con stereotipi e luoghi comuni: “Lo sa quanti immigrati ci sono nelle vostre condizioni? Tanti, davvero tanti, troppi! Se dovessi occuparmi di tutti, passerei il tempo a scrivere lettere!”. Naturalmente il rifiuto è motivato anche dalle esigue possibilità di pagare la parcella da parte della famiglia.

Come se tutto ciò non bastasse, lo studio dei tre avvocati viene travolto da una bufera mediatica, uno scandalo legato ad un ipotetico abuso d’ufficio che mette seriamente in crisi i tre personaggi. Anche qui c’è lo “zampino” celeste.

Qualcosa comincia a muoversi nelle loro anime: delle tre situazioni mandate dall’Alto per redimere i nostri avvocati, ce n’è una in particolare che lascia il segno. Angaben è confuso e comincia a non sentirsi in pace con se stesso:

“Quando ero piccolo, mio fratello rubò delle ciliegie dall’albero del nostro vicino.

Mio padre lo scoprì e mise in castigo anche me. All’inizio, mi arrabbiai moltissimo. Non ero stato io a rubare! Ma poi, più passava il tempo, più mi rendevo conto che quella punizione spettava anche a me. Ero rimasto a guardare mio fratello in silenzio, senza fare nulla, senza dire nulla, eppuresapevo che stava facendo una cosa sbagliata. Ecco, adesso mi sento come quella volta. Forse sto sbagliando qualcosa e se mi trovo in questa situazione, dipende anche da me”.

Queste riflessioni lo portano a cercare un dialogo con Dio. Angaben scrive una lettera a Dio, un monologo, chiedendo perdono.

 Il suo angelo custode non perde tempo (“Le preghiere le sentiamo molto bene da lassù”). Mostra la sua identità a Angaben e focalizza la sua attenzione  sulle persone speciali che ha incontrato durante il suo cammino, sugli incontri voluti da Dio per poter sciogliere la sua anima.

Angaben chiede: “Perché mi mostri queste persone?”

L’angelo custode risponde: “Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e non mi avete visitato, carcerato e non siete venuti a trovarmi. In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me”.

Angaben capisce che esiste sempre la possibilità di cambiare, di capire e tornare sui propri passi. Dio ti è vicino, è “ad un passo da te”. 

Foto 2

I canti e il significato della recita

Grazie alla cura dei contenuti e alla sceneggiatura, alle luci e alle scenografie, alla splendida location del Teatro della Regina, all’intento spirituale che si evince in ogni parola del copione, l’impatto emotivo che questo spettacolo ha lasciato nel cuore degli spettatori è stato grande.

Ogni scena era poi corredata da canti che fanno parte della nostra vita come “Che sia benedetta” di Fiorella Mannoia, oppure “Hai un momento Dio” di Ligabue, o “Gli altri siamo noi” di Umberto Tozzi. Naturalmente anche canti più classici come “Around the Chrismas tree” o come “This little light of mine” hanno contribuito a dare significato al nostro spettacolo.

Siamo tutti tornati a casa con il cuore gonfio di emozioni, desiderosi di dare al Natale il giusto significato, di viverlo intensamente e di sentirlo, con le parole e con i gesti, nel più profondo del nostro cuore.

 

 

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